La nascita della Repubblica sociale italiana e le sue conseguenze sugli studenti del Liceo Scientifico “Paolo Giovio” di Como –  1943-1944


Il 23 settembre 1943 fu instaurata da Mussolini la Repubblica sociale italiana che comprendeva le regioni dell’Italia settentrionale e centrale già sotto il controllo delle autorità militari tedesche ad eccezione dei territori annessi di fatto al Terzo Reich; ovvero la Zona d’Operazioni del Litorale adriatico (OZAK), che comprendeva le province di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume, Lubiana e la Zona d’Operazione delle Prealpi (OZAV), che comprendeva le province di Trento, Bolzano e Belluno.

Il ricostituito Partito fascista repubblicano rendeva noto il suo programma al congresso tenutosi a Verona tra il 15 e il 16 novembre 1943, il cosiddetto “manifesto di Verona”. Per quanto riguardava l’organizzazione militare della nuova entità statale, con un Decreto Legge del 28 ottobre 1943, fu istituito il primo nucleo delle forze armate repubblicane, quello che poi diventerà Esercito Nazionale Repubblicano. Il 9 novembre 1943, il Maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani, Ministro della Difesa e capo di stato maggiore generale, decise di emanare un comunicato che imponeva il reclutamento militare obbligatorio per i giovani appartenenti alle classi 1923, 1924 e 1925.

Su 180.000 richiamati se ne presentarono 87.000: molti ragazzi cercarono di sottrarsi alla leva obbligatoria, molti cercarono di nascondersi facendo perdere le proprie tracce, altri si rifugiarono in Svizzera, altri ancora scelsero di unirsi alle prime formazioni partigiane che si stavano costituendo nei primi mesi che seguirono l’armistizio dell’8 settembre 1943.

Il 18 febbraio 1944, un decreto di Mussolini sanciva la pena di morte mediante fucilazione per i renitenti e i disertori. Nonostante le severe minacce molti giovani evitarono l’arruolamento, tanto che il 25 aprile del 1944 venne emanato un proclama di amnistia per gli sbandati e i renitenti che si fossero presentati entro un mese; qualora non l’avessero fatto la pena in caso di cattura era sempre la fucilazione. Il 28 ottobre, in occasione dell’anniversario della marcia su Roma, il cosiddetto “bando del perdono” venne rinnovato.

Quale impatto ebbero queste vicende sugli studenti che si erano iscritti al Liceo Scientifico “Paolo Giovio” per frequentare l’anno scolastico 1943-1944?

Analizzando i dati riportati nel Registro degli alunni dell’anno scolastico 1943-1944 si è notato che diversi studenti delle classi terze e quarte abbandonarono la scuola alla fine del mese di novembre, oppure furono chiamati alle armi agli inizi di dicembre; alcuni più giovani si arruolarono volontari. Riguardo a coloro che si ritirarono dalla scuola alla fine di novembre non sappiamo con certezza le motivazioni, ma possiamo supporre che alcuni abbiano scelto di far sparire le proprie tracce per sottrarsi alla leva obbligatoria che li avrebbe presumibilmente coinvolti nel giro di poco tempo; in qualche caso, documentato nello studio relativo alle conseguenze delle Leggi razziali, sappiamo che il ritiro dalla scuola coincise con l’espatrio in Svizzera.

Alcuni dati emersi dalla ricerca

Il gruppo di studenti che si ritirò dalla scuola nell’anno scolastico 1943-1944, comprende soprattutto ragazzi delle classi terze, la maggior parte nati nel 1926. Nella classe 3° B su un totale di 22 studenti, 17 ragazzi lasciarono la scuola tra la fine di novembre e i primi di febbraio del 1944.

Il gruppo di studenti chiamati alle armi nei primi di dicembre 1943 erano iscritti alla classe 4°: si tratta di 16 studenti su un totale di 34, due dei quali si arruolarono volontari. La maggior parte di loro era nata nel 1925, quattro nel 1924 e uno nel 1926.

A cura di Elisabetta Lombi